Di Pietro Luciano Ricca (Amm.)
L’intelligenza artificiale (IA) ha ormai conquistato un ruolo centrale nella nostra vita quotidiana, influenzando un’ampia gamma di settori, dai servizi sanitari all’automazione industriale, dalla guida autonoma alle decisioni finanziarie, fino alla sicurezza informatica e all’istruzione. Questa avanzata tecnologia promette di migliorare l’efficienza, la precisione e l’innovazione a velocità mai viste prima. Tuttavia, come ogni strumento potente, l’IA deve essere guidata da princìpi etici che preservino i valori fondamentali dell’umanità.
Uno dei principali punti di discussione riguarda l’automazione dei posti di lavoro. Se da un lato l’IA può migliorare le operazioni e creare nuove opportunità, dall’altro la sua massiccia implementazione nelle attività lavorative potrebbe portare alla sostituzione di alcune occupazioni umane. Questo fenomeno è parte di una lunga storia di trasformazioni industriali che hanno reso obsoleti alcuni mestieri, ma ne hanno creati di nuovi. Tuttavia, la rapidità con cui avviene questa trasformazione solleva domande importanti: possiamo anticiparla o dobbiamo solo cercare di inseguirla, sperando di tenere il passo?
Un’altra sfida critica è rappresentata dalla formazione. Gli attuali tempi di apprendimento potrebbero non fornire abbastanza rapidamente le competenze professionali necessarie per un mondo in continua evoluzione. Le facoltà universitarie, in particolare quelle ad alto contenuto scientifico e tecnologico, trovano difficoltà nella progettazione di programmi di studio che garantiscano competenze idonee e necessarie al termine del percorso. La velocità della trasformazione richiede un’adeguata mitigazione degli impatti negativi per garantire una transizione equa e minimizzare i danni causati a coloro che potrebbero essere più vulnerabili a questa trasformazione.
Oggi, l’IA è anche protagonista nella formazione, migliorando la progettazione dei corsi, le metodologie didattiche e fornendo strumenti di supporto agli insegnanti e ai discenti. L’uso diffuso di chatbot di IA, come Chat GPT di OpenAI, è un esempio tangibile di questa trasformazione. Questi strumenti assistono i docenti nella creazione e gestione dei corsi, offrendo al contempo agli studenti un supporto prezioso nello studio e nell’apprendimento, specialmente quando il corso è erogato in una lingua diversa dalla loro lingua madre.
Tuttavia, mentre sfruttiamo l’IA in questo contesto, è importante farlo con spirito critico e vigilanza. I risultati prodotti dall’IA dipendono dalla qualità dei dati inseriti, dagli algoritmi utilizzati e dalla chiarezza delle domande poste. Inoltre, l’impiego dell’IA nella formazione solleva importanti questioni etiche.
L’impiego della IA nell’istruzione ai giovani può aprire nuove opportunità, ma solleva importanti questioni etiche. Da un lato, offre personalizzazione dell’apprendimento e l’accesso a risorse educative avanzate. Dall’altro, può minacciare la privacy degli studenti, amplificare le disuguaglianze socio-economiche e promuovere l’automazione dell’insegnamento, mettendo in discussione il ruolo degli insegnanti. Pertanto, è cruciale adottare politiche e normative che bilancino questi vantaggi con una rigorosa protezione della privacy, la promozione dell’equità e il mantenimento di un ruolo centrale degli educatori nella formazione dei giovani.
Un altro ambito in cui l’IA sta avanzando rapidamente è quello militare. La nuova tecnologia digitale è utilizzata per analizzare enormi quantità di dati di situazione, informazioni tattiche e di intelligence al fine di prendere decisioni e attuare azioni, riducendo al minimo i rischi per le vite umane in situazioni di conflitto. Tuttavia, l’uso dell’IA in contesti militari solleva importanti questioni etiche e legali, laddove ad esempio, l’automatizzazione spinta potrebbe dare luogo ad azioni letali, in contrasto con le norme internazionali sui conflitti armati a scapito delle popolazioni civili, delle infrastrutture quali ospedali, chiese, scuole, monumenti e edifici non militari.
Nel contesto di queste sfide etiche, la privacy e la sicurezza dei dati giocano un ruolo cruciale. L’IA si basa su grandi quantità di dati per apprendere e migliorare le sue capacità, ma la raccolta e l’elaborazione di questi dati possono minacciare la privacy individuale se non sono adottate misure adeguate per proteggerli. È essenziale stabilire regole chiare per la raccolta e l’uso dei dati, garantendo che le persone mantengano il controllo sui propri dati.
La stessa trasparenza sulle basi di dati utilizzate, sugli algoritmi e sulle modalità di addestramento dei sistemi di IA è fondamentale dal punto di vista etico.
La discussione sulla regolamentazione di tale nuova tecnologia digitale è dunque aperta. Mentre alcuni sostengono la necessità di regole etiche rigorose per garantire l’adesione a valori fondamentali, altri temono che questo possa limitare la possibilità di scoperte innovative e ridurre la capacità di adattamento rapido.
Affrontare queste sfide etiche richiede una collaborazione globale. Non esistono ancora standard etici e quadri normativi universali, ma considerando l’IA come un fenomeno internazionale, è fondamentale stabilire standard etici e norme giuridiche globali per garantire uno sviluppo responsabile dell’IA in tutto il mondo.
Isaac Asimov, già nel 1950, introdusse le famose “Leggi della Robotica” nelle sue storie di fantascienza. Queste leggi rappresentano un tentativo di affrontare il dilemma etico dell’IA, ma la loro implementazione nella realtà è complessa e richiede un approccio multidisciplinare.
Per evitare che l’IA sfugga al controllo etico, è essenziale definire i valori e i principi etici fin dalla fase di progettazione. Gli esperti di etica dovrebbero essere coinvolti in tutte le fasi di sviluppo, mentre l’uso di dati di addestramento non distorti e tecniche di apprendimento automatico etiche sono fondamentali. L’IA dovrebbe essere trasparente, e i processi di verifica regolari dovrebbero identificare e correggere comportamenti eticamente discutibili.
Infine, il coinvolgimento umano e la supervisione sono cruciali. La definizione chiara delle responsabilità nelle decisioni dell’IA e delle relative conseguenze è necessaria. L’obiettivo è creare un ambiente in cui l’IA operi in modo responsabile e rispetti i valori etici fondamentali.
In conclusione, l’IA sta rivoluzionando il nostro futuro con modalità che non hanno precedenti nella nostra storia. Tuttavia, per garantire che questa tecnologia contribuisca positivamente alla nostra società, è essenziale stabilire regole etiche solide e promuovere una collaborazione globale per definire norme giuridiche che guidino il suo sviluppo. Solo così l’IA potrà essere un motore di progresso, rispettando la dignità umana e contribuendo a un mondo effettivamente migliore.
Amm. Pietro Luciano Ricca. – Capo della Divisione Formazione di DEAS, Ammiraglio di Squadra (r) della Marina Militare.
Ha ricoperto l’incarico di Direttore Generale per il Personale Militare presso il Ministero della Difesa. E’ stato Capo del Primo Reparto Personale presso lo Stato Maggiore della Difesa e Capo del Primo Reparto Personale presso lo Stato Maggiore della Marina Militare. E’ stato altresì Comandante in seconda dell’Accademia Navale di Livorno e docente di Tattica navale presso il Centro Addestramento Aeronavale della Marina Militare.
In oltre quarant’anni ha ricoperto diversi incarichi di servizio e di Comando presso molteplici Unità della Squadra Navale della Marina Militare. E’ stato insignito delle seguenti principali onorificenze: Grande Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana, Commendatore dell’Ordine al “Merito della Repubblica Italiana”, Cavaliere della Repubblica, Medaglia Mauriziana al “Merito di 10 lustri di carriera militare”, Medaglia d’oro al “Merito di lungo Comando”, Medaglia d’onore di “lunga navigazione nella Marina militare” (3° grado), Medaglia commemorativa attività di protezione navale mercantile nazionale nel Golfo Persico.